Donazione vestiti usati e intimo: è davvero sostenibile?

Ciò che sta succedendo nel nostro Mondo e, in particolare, all’ambiente sta iniziando a smuovere molte coscienze. Di questo siamo estremamente felici perché, da anni, stiamo cercando nel nostro piccolo di fare qualcosa per migliorare la situazione. Dato che lavoriamo nel settore moda con la nostra azienda di intimo nel cuore della Romagna, abbiamo deciso di parlare di ciò che più ci compete, quindi dell’impatto di questo settore sul Pianeta, tralasciando tutti gli altri proprio perché non sentiamo di avere abbastanza conoscenze per parlarne. Questo non significa, però, che non siano altrettanto importanti. In un altro articolo ti abbiamo parlato strettamente del rapporto complicato fra moda e ambiente, in questo, invece, ti racconteremo nel dettaglio in cosa consiste la donazione di vestiti usati e se si può attuare in qualche modo un riciclo di abbigliamento usato. Continua a leggere per saperne di più!

Perché effettuare la donazione di vestiti usati?

Per decenni ci hanno detto che dovevamo donare i nostri vestiti usati alle popolazioni più povere del mondo. Quello che non sai, però, è che queste stesse popolazioni ora sono “sommerse” dai nostri vestiti, approdati lì in condizioni più o meno buone. I capi migliori sono stati effettivamente rivenduti e indossati dalle persone, ma i peggiori o quelli in surplus che fine hanno fatto? Di questo ti parliamo fra un attimo, ma torniamo al perché della donazione. Molto spesso “doniamo” per non sentirci in colpa e per liberare, allo stesso tempo, l’armadio. In questo modo viene a crearsi lo spazio per acquistare altro e per avere sempre dei capi nuovi da poter sfoggiare. Questi, nella maggior parte dei casi,  sono il frutto dell’ormai “epidemica” fast fashion, ovvero della “moda veloce”, che compete tramite prezzi bassi, migliaia di varianti, sfruttamento delle persone e utilizzo di materie prime molto scadenti.

Le discariche più grandi del Mondo

discarica di vestiti

Questo atteggiamento di “dona e ricompra” che molte persone hanno, però, non è per niente sostenibile per il nostro pianeta. Come dicevamo nei paragrafi precedenti, i capi donati vanno a finire nei paesi più poveri rispetto al nostro con lo scopo di “aiutarli”. In tutti questi decenni , però, le cose sono diventate così tante da portare alla formazione di enormi discariche all’aperto, proprio come quelle che si vedono in foto. In questo modo le popolazioni locali, di comune accordo con grandi multinazionali, insabbiano letteralmente il problema, coprendo milioni di vestiti sotto alla sabbia. Si vengono a creare, così, delle gigantesche “dune” fatte di abbigliamento dai tessuti più disparati. 

Riciclare abbigliamento usato potrebbe essere meglio che donarlo?

Anche qui si potrebbe aprire un ottimo argomento di dibattito: dipende sempre da come si ricicla. Se per “riciclare abbigliamento usato” intendiamo cercare un modo per riutilizzarlo creativo e, soprattutto, utile, allora sì, è sicuramente meglio che donarlo a chissà-chi. Se, però, hai già in mente di donare alcuni abiti ad amici e parenti che li utilizzeranno davvero, procedi pure: sarà di certo un gesto più sostenibile. 

Come riciclare l’abbigliamento usato?

Ci sono infiniti modi per farlo: ti basterà lasciare andare la fantasia! Un calzino molto consumato può diventare una pratica spugna per fare le pulizie, una vecchia canotta una bella borsa per andare a fare la spesa. Non mettere limite alla tua creatività! Se non sai da dove partire ti possono venire in aiuto i tanti video che puoi trovare su YouTube o su tanti altri social media come Instagram, Facebook e Pinterest.

Si può risolvere il problema dalla radice

E se esistesse un modo per risolvere il problema dalla radice? Beh, te lo diciamo noi: il modo esiste. Consiste nel comprare meno, anzi, nel comprare meglio. Che cosa significa? Ora te lo spieghiamo. 

Come comprare meglio?

lavorare a maglia

Immagina di passare per una stradina di montagna e di vedere un’artigiana lavorare a maglia. Sta creando un bel maglione colorato con le sue mani, punto dopo punto. Accanto a lei il gomitolo di lana si srotola piano piano e si trasforma nel progetto che lei ha definito nella mente. La guardi in viso: ha un piccolo sorriso accennato, è concentrata in ciò che sta facendo con tanto amore e impegno. Il movimento ritmico delle sue mani ti incanta a tal punto da avvicinarti sempre di più a osservarla. Il maglione, intanto, sta prendendo forma. Abbassi la testa e leggi il prezzo scritto in un cartello fatto di cartone accanto a lei: 50€.

vetrina fast fashion

Lì accanto, invece, c’è un negozio che vende capi di tutti i tipi, anche maglioni colorati per 35€. Sembrano davvero carini, ma che cosa che ti viene da scegliere? 

Quale dei due “negozianti” ti ha colpito di più? 

L’artigiana o il negozio fast fashion? Per il prezzo certamente il negozio, ma sei sicuro che sarebbe una buona scelta? Sei certo che in quei 15€ di differenza ci sia del reale risparmio? La qualità di un prodotto fatto a mano e l’amore con cui è stato creato non hanno paragone. Per scegliere meglio, quindi, puoi usare questo criterio di scelta: partire dalle realtà del territorio, artigianali e di piccole dimensioni, che fanno ancora le cose con l’attenzione di un tempo. Non è necessario che sia la signora lungo la strada, ma semplicemente una piccola azienda che ha ancora a cuore la qualità del prodotto e la sua durevolezza nel tempo. Comprare meglio significa anche abbattere i costi, oltre che fare del bene all’ambiente. Ti abbiamo parlato del cost per wear, ovvero del costo per ogni volta in cui si indossa un capo, in un altro articolo.

Leggi l’articolo sul cost per wear

Inizia a contribuire a questa causa

comprare meglio, anche nei regali di natale

Anche gesti che sembrano apparentemente piccoli e insignificanti sono essenziali per iniziare a contribuire nel modo giusto a questa causa. Comprare capi di qualità maggiore ma che possono durare più a lungo è uno di questi. 

Inizia da qui

Commenti

  • no, un maglione fatto a mano, con un filato di qualità (che da solo costa quasi quanto il prezzo del capo) non può costare 50 euro, è un esempio ingannevole perchè comprare roba di qualità costa il doppio o anche di più rispetto alla fast fashion, una tshirt dal 3 euro sul mercato, di cotone biologico può costarne anche 25/30. Inoltre con questo esempio si sminuisce il valore il lavoro manuale, il fatto a mano. Mi dispiace ma è davvero un messaggio negativo. Cordiali saluti Mariarita Sacchi

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